Banana! I minions al cinema
Perché i piccoli (e i grandi) adorano i Minions
Fonte: Corriere Della Sera, Di Paolo Mereghetti
Al grido di battaglia «Banana!» questi umanoidi gialli perfidi e imbranati conquistano il record d’incassi di un cartone al cinema.
Il grido di «guerra» dei piccoli personaggi gialli mono o bioculari sta ormai invadendo tutti gli schermi del mondo.
Questa settimana è toccato all’Italia dove in soli quattro giorni Minions ha incassato sette milioni e 163 mila euro (con una media record per ognuno degli 884 schermi in cui è stato proiettato di ben 8.103 euro).
Un esordio col super-botto, il migliore di sempre per un film d’animazione, che ha messo all’angolo ogni possibile concorrente, compresa la quinta avventura di Tom Cruise in Mission: Impossibile , «ferma» dopo due settimane di programmazione a tre milioni e 699 mila euro.
Sette milioni, poi, destinati certamente a crescere, visto il successo planetario del film (dopo l’Italia, mancano solo le uscite di Turchia, Grecia e Cina) che ormai ha già superato il miliardo di dollari, cifra mai raggiunta prima d’ora da un cartoon.
Nati come aiutanti del «cattivissimo» Gru nel film quasi omonimo ( Cattivissimo Me , 2010), questi demenziali umanoidi gialli a forma di fagiolo con gli occhi
-uno o due, senza una particolare logica
-protetti da una maschera da sub e che parlano un linguaggio incomprensibile ma molto divertente dove ogni tanto si intuisce una parola in una qualche lingua, dall’inglese allo spagnolo, dal tedesco all’italiano, dal francese all’ebraico, hanno ben presto rubato la scena, meritandosi un più importante spazio nel sequel (2013).
Adesso hanno conquistato il ruolo da protagonisti in un film che li onora fin dal titolo e che ripercorre a veloci (ma esilaranti) tappe il loro millenario bisogno di «servire il padrone più cattivissimo del mondo».
Causando sempre disastri epocali, di cui fanno le spese persino Dracula e Napoleone.
Il segreto del loro successo non è certo impossibile da decrittare: qualsiasi cosa facciano, combinano immancabilmente dei disastri, lungo una strada che non sono certo stati i primi a percorrere, da Stanlio e Ollio su su fino all’ispettore Clouseau e a Mr.
Bean.
Dalla loro hanno in più la libertà da ogni legge della natura, il che permette una serie di gag aggiuntive, come quando finiscono in una sala di torture e sfuggono comicamente a ogni tentativo di sevizia o cattiveria.
Campioni di una distruttività anarcoide e ludica, sempre scatenata però con la leggerezza devastante dello «spirito gregario allo stato puro» (Morreale), stimolano nei più piccoli l’immedesimazione con chi combina pasticci e distrugge l’ordine costituito (qui addirittura «detronizzano» la regina d’Inghilterra) ma accompagnati dalla più assoluta impunità.
Anzi con la gratificazione aggiuntiva di vedere i loro «disastri» spesso trasformati in «buone azioni».
A queste caratteristiche, pensate evidentemente per il pubblico dei più piccoli, si aggiunge una passione canora che li porta spesso a «interpretare» canzoni celeberrime con il loro caratteristico gramelot.
Dopo l’exploit della loro versione «matrimoniale» di Y.M.C.A.
in coda a Cattivissimo Me 2 , qui allargano il loro repertorio, includendo Rolling Stones e Beatles (da non perdere Revolution sui titoli di coda) ma anche i Doors e Jimi Hendrix, i Who, Van Halen e Donovan, oltre a Cantando sotto la pioggia e Hair .
Sono altrettante strizzatine d’occhio a un pubblico più adulto, quello dei fratelli maggiori che accompagnano i più piccoli al cinema o quello dei genitori e dei nonni, a cui si aggiungono citazioni varie (il gigantismo finale del minion Kevin viene diretto da Tex Avery) per la gioia dei cinefili.
E il piacere molto infantile e slapstick di queste avventure esplosive e irriverenti finisce con l’accontentare tutta la famiglia.
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